Dice una bellissima citazione di M. Monicelli: “La felicità è la pace con se stessi e per averla non bisogna mai tradire la propria natura.” La prima volta che lessi questa frase restai subito colpita per la sua verità e semplicità. E sono d’accordo con quanto esprime.
Penso che uno dei motivi principali della nostra infelicità sia sicuramente il fatto di non riuscire a stare nel flusso degli eventi, cioè di opporre continuamente resistenza alle evidenze che ci si pongono davanti, a voler per forza risolvere anche quando non c’è nulla da risolvere (perché tutto è palesemente chiaro ma noi non vogliamo vedere, a volte proprio non ci riusciamo!). Ma spesso siamo infelici anche perché ci ostiniamo a scegliere, di fronte a importanti bivi, la via piú facile e conveniente, ci ostiniamo a non rischiare, a non seguire la nostra natura e le nostre aspirazioni più profonde.
L’uomo nasce con un’innata tendenza all’autorealizzazione (quella che Jung chiama Sè e che nel counseling viene denominata tendenza attualizzante); autorealizzarsi significa liberare le proprie potenzialità, i propri talenti, diventare ciò che si è destinati ad essere, fare una vita all’altezza delle proprie reali capacità, così come una ghianda diventa una quercia (metafora molto usata in psicologia). Anche perché se abbiamo dei talenti è perché dobbiamo usarli.
Spesso invece – anzi il più delle volte – preferiamo soffocare noi stessi in nome di sicurezze che poi in realtà, a ben vedere, sono illusorie giacché tutto può finire da un momento all’altro. Il problema principale, però, sono soprattutto i condizionamenti ricevuti da bambini, quei condizionamenti che ci fanno vivere una vita che non è la nostra, che ci impediscono di osare e persino di desiderare cose che potremmo ottenere benissimo e che – anzi!- ci spettano. Così finisce che magari tu vali 10 ma sei convinto di valere 5 (perché ti hanno cresciuto come un 5) e allora fai una vita da 5… pur continuando a sognare una vita da 10. Ma se la sogni è perché puoi averla:
“Se puoi sognarlo puoi farlo.”
(Walt Disney)
La via piú comoda, la maggior parte delle volte, è scelta esclusivamente per paura: paura di insuccessi, paura di deludere e quindi di perdere l’amore di chi abbiamo vicino, paura di fare un passo falso. A volte invece ci blocchiamo per via di sensi di colpa, sovente anche inconsci. Ma queste scelte fatte per paura, e fatte soprattutto senza cuore, sono una trappola: sono convenienti solo in apparenza, perché seppur fruttuose a breve termine non ci regaleranno il benessere che desideriamo e tutto si sconterà dopo qualche anno. Così dopo un po’ di tempo arriverà la rabbia, la frustrazione, il senso di fallimento. Si finirà per domandarsi: “Mi sento sempre triste. Perché?”
Molto probabilmente perché stai reprimendo la tua energia vitale.
Molto probabilmente perché stai facendo una vita che non è in linea con ciò che tu sei veramente.
Quanto ci costa vivere contro la nostra più profonda natura? Quanto ci costa vivere al di sotto delle nostre potenzialità? Ci costa tanto, già lo sappiamo: il prezzo si paga dapprima con la rabbia e la tristezza, poi con l’infelicità e, nei casi più gravi, con la malattia.
E allora mi viene in mente la ragazza che sposa il tipo che non ama perché “vorrei lasciarlo ma non potrei tollerare un altro fallimento”, l’uomo che ha tradito il lavoro dei suoi sogni in nome del “posto fisso” o chi si è spaventato al primo tentativo, tirandosi indietro. Storie di persone che rinunciano per paura. Tutti lo abbiamo fatto almeno una volta ma l’importante è capirlo e cercare di riprenderci prima o poi quella vita, quella gioia, quell’entusiasmo nel fare le cose che tanto amiamo e ci appassionano, grazie anche a quei doni che sono i nostri talenti.
Come disse N. Mandela, “non si può trovare passione nel vivere in modo mediocre. Non accontentatevi di una vita che è meno di quello che siete capaci di vivere.”
Autrice: dott.ssa Dhyana Cardarelli – Verde speranza blog (www.verdesperanza.net)
NB. Questo articolo, sebbene riporti come giorno di pubblicazione il 16 giugno 2018, è stato scritto precedentemente (sempre nel 2018) ed era già pubblicato sul Verde speranza blog ospitato da Wix e Altervista. – Ultima modifica all’articolo: 13 febbraio 2021, ore 22:46.
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