Scrivere può aiutarci a capire noi stessi? Secondo la mia esperienza sì.
Da piccola avevo due grandi caratteristiche: una fervida immaginazione e la capacità di mettere nero su bianco tutto ciò che mi passava nella testa. Scrivevo diari, pensieri, temi scolastici lunghissimi, uno addirittura di 19 facciate di quadernone.
Per molto tempo sono stata convinta del fatto che, poiché scrivere mi rimaneva così facile, doveva sicuramente essere facile anche per gli altri; poi mi resi conto che ognuno di noi ha un talento.
Per tanto tempo ho continuato a scrivere diari e lettere, in maniera quasi compulsiva; con un'”amica di penna” ho avuto una corrispondenza lunghissima, fino al 2016, poi siamo passate ad internet e devo dire che non è stata la stessa cosa: aprire la cassetta della posta e trovare una lettera solo per te non dà lo stesso effetto che trovarci i volantini della Carrefour o la bolletta di Eni gas e luce. Inoltre scrivere una lettera ti induce ad uno stato di rilassamento ed apertura che non è paragonabile ad un “Come stai?” su Messenger, così quella magia durata tanti anni è svanita.
In tutta questa esperienza ho avuto modo di notare che la scrittura, se praticata in un certo modo, è “magica” perché aiuta tantissimo nel processo di chiarificazione; scrivendo, è come se ci facessimo del counseling da soli: nel counseling è il counselor che rispecchia le tue parole, nella scrittura – invece – sei tu che, scrivendo, arrivi alla soluzione del problema.
Questo per quanto riguarda la scrittura “normale”, tipo diario o lettera, ma c’è un’altra risorsa immensa: la creazione di storie, soprattutto se abbinata a dei disegni.
Capitava che a volte i miei alunni avessero dei conflitti interiori e notavo che attraverso dei disegni, a volte accompagnati da storie, la situazione migliorava. Affascinata da ciò che vedevo in loro, iniziai a fare la stessa cosa su me stessa: il giorno in cui il counselor mi chiese “portami un elenco dei fatti più importanti della tua vita avvenuti nei vari settenni” mi venne spontaneo abbinarci dei disegni e notai con grande stupore che spesso rispondevano a domande molto antiche.
Ma non solo: quei disegni anticipavano – in maniera simbolica – fatti che si sarebbero avverati dopo. Ancora oggi ho due “mappe” custodite gelosamente in un baule, mappe disegnate da me, con dei personaggi che parlano. Credo che quelle mappe siano state il più grande viaggio dentro me stessa e dentro il mio futuro che io abbia mai fatto. Ma soprattutto, attraverso quella tecnica riuscii ad affrontare una grande paura che avevo.
“[…] E così ho potuto far parlare il signor Jaime, la signora Sara e tutti gli altri. […] Non appena prestavo loro la mia voce, dicevano cose che non avevo mai pensato. Soprattutto si giustificavano, ritenevano ingiuste le mie critiche, insistevano nel dire che mi amavano […].”
-A. Jodorowsky (La danza della realtà)E tu, hai mai provato a dare voce al tuo mondo interiore sotto forma di personaggi e immagini?
Autrice: dott.ssa Dhyana Cardarelli – Verde speranza blog (www.verdesperanza.net)
[Ultima modifica all’articolo: 4 agosto 2022]
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