COS’E’ L’INVIDIA. Invidia è un termine che deriva dal latino invidia, a sua volta derivato da invidere che significa vedere male, nel senso di vedere con occhio cattivo. Nella radice etimologica troviamo quindi un sentimento negativo (il male) connesso al senso della vista, non a caso l’invidia è stata spesso collegata al malocchio (e anche qui troviamo, linguisticamente, un’intenzione cattiva trasmessa con lo sguardo).
L‘invidia è, in sostanza, un sentimento di dispiacere (e rabbia) per se stessi che si manifesta come desiderio di oscurare – o peggio ancora di distruggere – la felicità o le capacità di una persona al confronto con la quale proviamo, in quel determinato momento, un senso di inferiorità. Ma c’è dell’altro, c’è qualcosa di più preciso: l’invidia viene provata quando la felicità altrui è ritenuta un qualcosa che potevamo ottenere anche noi ma che non siamo riusciti ad avere.
Abbiamo quindi, nell’invidia, tre aspetti:
1) il senso di inferiorità che si risveglia in noi quando ci confrontiamo con questa persona (questo ci porta a “vederla male” o a desiderare il male per lei);
2) il voler oscurare o distruggere le sue capacità (o la sua felicità);
3) il fatto che la persona che noi invidiamo, per lo meno in quell’ambito, è ritenuta più o meno un nostro pari e quindi quel qualcosa che lei sa fare (o che sta per ottenere) potremmo farla, oppure ottenerla, anche noi. Riflettiamoci un attimo: chi di noi sarebbe realmente invidioso di Brad Pitt? Nelle sue cerchie Brad Pitt avrà sicuramente amici e conoscenti invidiosi ma nessun “comune mortale” sarebbe realmente invidioso di lui, perché si parte dal presupposto che è troppo lontano da noi a livello di stile di vita e quindi sarà difficile ottenere ciò che ha; è molto più facile invidiare il vicino di casa. 1
L’invidia è senza dubbio una frequenza molto bassa a livello energetico perché non ha nulla a che fare con l’amore e fa male sia a chi la riceve (non è piacevole percepirla, in particolare da chi reputiamo nostro amico) ma soprattutto a chi la prova. E comunque a tutti, nella vita, capita di invidiare qualcuno, proprio perché a tutti capita di doversi confrontare con individui ritenuti maggiormente dotati o brillanti e provare un senso di frustrazione che può sfociare in un pensiero “cattivo”; è umano che accada questo e il fatto che si provi saltuariamente invidia non significa necessariamente essere dei soggetti invidiosi.
IL TIPO INVIDIOSO. Il tipo propriamente invidioso, infatti, si caratterizza per il fatto che questo sentimento di invidia lo prova molto spesso e lui si sente in qualche modo anche in colpa, perché sa bene che si tratta di un sentimento moralmente non accettato, d’altronde come dice l’antropologo M. Aime nel libro La macchia della razza “nessun individuo può sopportare di pensarsi cattivo” perciò egli cerca di camuffare il suo malvolere facendo, di solito, molti complimenti: “come sei bella”, “ma che brava!” ecc.
Questo ovviamente non significa che tutte le persone che fanno questi complimenti siano invidiose, assolutamente; per essere più precisi possiamo dire che l’invidioso è, innanzitutto, un insicuro che fa finta di essere sicuro di se stesso: gli insicuri non sono sempre invidiosi ma gli invidiosi sono sempre insicuri e su questo non ci piove. Quelle persone che parlano esclusivamente dei loro successi, che non ammettono mai di non sapere qualcosa relativamente al loro campo (o anche fuori dal loro campo), quelle persone che cercano sempre di nascondere o camuffare i loro errori… sono persone che non vogliono far notare agli altri le proprie insicurezze e hanno paura di apparire (o di sentirsi) inferiori a qualcuno. Questi individui sono da osservare attentamente prima di stringerci amicizia perché il rischio che siano soggetti invidiosi, e quindi negativi per noi, è alto.
Il più pericoloso tra gli invidiosi è quello che io chiamo “l’invidioso distruttivo” perché passa all’azione: può mettere zizzania tra le coppie, rubare in casa vostra, mentire, dissuadervi dal fare qualcosa a cui tenete; il meno pericoloso è quello che definirei “consapevole”, che cerca di oscurare per un attimo la vostra bravura ma poi si rende conto che sta sbagliando e a quel punto sente di essere felice per voi ma non è una felicità troppo intensa; riconosce il vostro valore e vi vuole anche bene ma ha – direi frequentemente – questi momenti di invidia e chi la sente può comunque esserne infastidito.
La chiave per capire se una persona è invidiosa è vedere se è realmente contenta per voi quando siete felici o state per diventarlo (la cosa diventa lampante se anche il settore è uguale); se mentre esprimete la vostra felicità vi accorgete che al vostro amico non brillano gli occhi, non vi abbraccia, o peggio ancora pone il corpo leggermente indietro senza sorridere o sta zitto per qualche secondo… non è felice per voi… e lo capirete ancora meglio col passare del tempo perché comunque l’invidia si nota, si percepisce.
Occhio, però: un invidioso può essere tale anche se si è già “realizzato” perché se è vero che è un insicuro, come abbiamo detto, per apparire più sicuro di sé si identificherà tantissimo nei suoi ruoli e vorrà far vedere a tutti quanto è bravo e quanto è indispensabile. Quindi se io cercassi di realizzarmi e l’invidioso se ne accorge, cercherà di oscurarmi anche se lui si è già realizzato poiché non potrà mai tollerare che qualcuno possa brillare più di lui, anche se in un settore lavorativo diverso (si noti questa competizione continua).
Anche molti partner, ovviamente, possono essere invidiosi: gli uomini che impediscono alle proprie compagne di realizzarsi sminuendone ambizioni e capacità non hanno solo una forte volontà di dominio ma anche problemi di invidia; fermo restando che queste dinamiche le troviamo anche in coppie omosessuali, le conseguenze dell’invidia maschile sulle donne sono palesemente visibili perché c’è una volontà di potere e di controllo che va avanti dalla notte dei tempi.
TRASFORMARE L’INVIDIA. L’invidia può anche essere vista da un punto di vista positivo: se sei invidioso di qualcuno significa, infatti, che in qualcosa non ti senti realizzato né soddisfatto e quindi l’invidia ti dà l’opportunità di capirlo! Se non sei, generalmente, invidioso di nessuno ma un giorno invidi, ad esempio, chi si iscrive a Psicologia forse significa che anche tu vorresti fare Psicologia… quindi l’invidia può essere usata come un lampione che ti indica i tuoi veri obiettivi. Penso quindi che l’invidia non vada repressa (sarebbe peggio), andrebbe invece analizzata, al fine di capire perché realmente la si prova.
Per fare questo passaggio è necessaria innanzitutto una certa umiltà e voglia di crescere, bisogna prendere atto del potere distruttivo di questo sentimento e di quanto faccia male; serve che il soggetto invidioso faccia tutto un percorso sull’autostima, sulla sicurezza in se stesso, suoi propri sogni non realizzati in modo che il “bisogno” di misurarsi con gli altri possa scemare. Si smette di invidiare gli altri quando ci si ama per quello che si è, capendo che nella vita ci sono miliardi di possibilità, accettando che ognuno ha il suo percorso e che non esiste nessuna “sana competizione”.
COME COMPORTARSI CON I TIPI INVIDIOSI? E chi invece ha a che fare con gli invidiosi? Se il rapporto è già in corso bisognerebbe, secondo me, iniziare piano piano ad allentare un po’ la presa perché, mi spiace dirlo, certe emozioni si sentono e fanno male. Molti penseranno: “ma non sarebbe meglio chiudere il rapporto dicendo chiaramente come stanno le cose”? Secondo me quando si è molto diversi e quando si ha a che fare con persone che emanano sentimenti negativi, meno spiegazioni si danno e meglio è.
Per allontanare un invidioso credo che bisogna iniziare innanzitutto a confidarsi (e a farsi sentire) un po’ di meno. Poi, tenendo conto che l’invidioso è insicuro e spesso è anche orgoglioso, per far sì che a sua volta anche lui si allontani da noi dovremmo cercare di rinforzare il meno possibile il suo orgoglio, cioè, se ci dice che ha vinto una promozione lavorativa è ovvio che gli faremo i complimenti ma non è che dobbiamo alimentare a dismisura il suo ego perché l’invidioso si nutre di quello, cioè dei complimenti, e più noi ci complimentiamo con lui, più ci cercherà.
FIORI DI BACH DI RIFERIMENTO: Holly (invidia), Larch (latente mancanza di autostima nell’invidioso).
Autrice: dott.ssa Dhyana Cardarelli – Verde speranza blog (www.verdesperanza.net)
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NB. Questo articolo, sebbene riporti come anno di edizione il 2018, è stato scritto nel 2017 ed era già pubblicato sul Verde speranza blog ospitato da Wix. [Ultimo aggiornamento all’articolo: 15 luglio 2021, ore 12:31]
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- Questa terza caratteristica, sebbene sia lampante, è quasi sempre ignorata, io stessa non l'avevo mai presa in considerazione; poi anni fa mi capitò sotto mano una rivista (forse era Focus?) in cui se ne parlava. Purtroppo non ricordo il nome della rivista nè l'autore dell'articolo ma leggere di questa invidia verso i pari fu molto illuminante.