Da diverso tempo rifletto sul concetto di amicizia… sarà che a una certa età, passati i 30, o meglio i 35 anni, la visione della vita cambia e certe cose assumono contorni diversi da quelli che avevano prima.
Mi capita sovente di parlare con persone dai 30 anni in su e di riscontrare in questi soggetti un disagio comune: “ho pochi amici” oppure “non mi trovo più bene con i miei vecchi amici”. Credo anche che mai come a partire da questa fascia di età le persone si sentano così sole, di una solitudine profonda. Spesso si soffre, in questa fase della vita, di una reale incomunicabilità e anche di una mancanza davvero fisica, degli amici: “sono tutti sposati con figli…” oppure “mi manca molto il periodo universitario, c’erano tanti stimoli, tanti amici…” o ancora “io vivo qui e i miei compagni abitano fuori; non riesco a legare con nessuno”.
Ora, al di là del fatto che quando – negli anni – si cambia, si può non andare più d’accordo con certe persone e/o perderle di vista (e quindi ci si trova a doversi ricostruire con fatica una nuova rete sociale – che spesso non si riesce proprio a creare!), c’è un altro fattore: in realtà io credo che sia proprio l’idea di amicizia che in genere abbiamo, ad essere sbagliata. Me ne accorgo soprattutto quando sono su Facebook e molti dei miei contatti pubblicano post con scritto “l’amico che ti vuole bene ti chiama”, “l’amicizia vera dura per sempre” e bla bla bla. Io a queste cose, sinceramente, ci credo poco.
Quando ho deciso di chiudere con la mia vecchia compagnia frequentavo queste amiche da circa vent’anni. Dico davvero: vent’anni. Erano persone che conoscevo dalle scuole superiori e con le quali feci insieme anche il percorso universitario e post-universitario. In vent’anni si condividono moltissime cose: gioie e dolori, ci si conosce nell’intimo… o forse anche no… non necessariamente, per l’idea che io ho attualmente di intimità. Ma sicuramente ci si conosce abbastanza.
Molti potrebbero pensare che un’amicizia, o più amicizie, che durano da vent’anni, siano eterne. Che siano di quelle che durano tutta la vita, incise sui banchi di scuola o sulle panchine della stazione: “io e te amiche per sempre. Tvtttbb.” Eppure no. Ed è giusto che sia così. Perché come diceva una mia coinquilina, “l’amicizia è come l’amore”, nel senso che segue le stesse logiche dell’amore essendo una relazione e nutrendosi di sentimento e di stimoli condivisi. Quindi, così come l’amore non può durare solo con il sentimento, anche l’amicizia non può durare solo col volersi bene. Ci vuole condivisione non solo di interessi ma anche di ideali. E questo lo si capisce col tempo poiché si cresce, si cambia, si matura e non si può andar sempre d’accordo con le stesse persone. Anzi, è sacrosanto che sia così altrimenti vuol dire che forse non si è davvero cresciuti.
Ma arrivati a 30, 35 anni, quando si desidera un amico accanto a sé per cosa lo si dovrebbe desiderare? Per farsi una serata insieme? Per un aperitivo?
Credo che a quell’età ci si renda conto che un amico è qualcosa di diverso dal compagno storico delle superiori o da una semplice presenza di compagnia. Secondo me un amico vero deve avere dei requisiti, che sono gli stessi che dovrebbe avere un/una partner perché sì, secondo me è vero che amicizia e amore sono più o meno la stessa cosa. Dopo i 30 anni capisci che hai bisogno di un sostegno sincero ma anche di crescere con qualcuno che ti aiuti ad arricchirti interiormente. Capisci che non te ne importa più molto di uscire tre volte a settimana per una birra o un aperitivo, l’importante è che quando ci si vede o ci si sente sia sempre tutto come l’ultima volta. Capisci che un amico deve avere stima e rispetto di te e credo che mai come in questa fase della vita si desideri così tanto avere degli amici veri, maturi, sani. Non di quelli che si stanno sempre a lamentare.
E allora capisci che un amico vero:
- non deve essere invidioso di te;
- deve volerti sinceramente bene;
- deve capirti;
- deve – possibilmente – stimarti;
- deve saperti ascoltare;
- deve sostenerti nella tua realizzazione personale anche se al tuo posto fa o farebbe scelte diverse;
- deve interessargli la tua libertà;
- deve valorizzarti in quello che fai;
- non deve giudicarti;
- deve condividere i tuoi ideali di vita (anche se su certe cose può pensarla diversamente);
- deve avere come minimo il tuo stesso grado di maturità.
Ecco, per me l’amico dovrebbe essere così. L’amico dell’età matura, l’amico vero. L’amico giusto che, se c’è, ti aiuta a camminare più veloce; mentre se ti circondi di persone sbagliate il cammino ti si rallenta e forse inciampi pure. L’amico vero ti accompagna in un percorso di libertà e lo riconosci perché la vostra relazione vi arricchisce, vi nutre. E tornate a casa felici.
Non serve a nulla dire di volersi bene se poi non si valorizza l’altro, se non si è felici per lui, se non lo si aiuta ad essere la persona migliore del mondo. Bisogna sempre diffidare, nella maniera più assoluta, di chi parla solo dei propri successi – senza condividere con voi anche i propri insuccessi – e di chi non è pienamente e sinceramente felice della vostra realizzazione personale.
Perché a una certa età, quando inizi a dover trovare un senso profondo alla tua vita, ti rendi conto che tutto il resto non è amicizia. Almeno per me. E’ solo un soddisfare i propri bisogni personali scambiando quel soddisfacimento per amicizia, proprio come si fa spesso con “l’amore”. Forse è per questo che si dice: “chi trova un amico trova un tesoro”.
Autrice: dott.ssa Dhyana Cardarelli – Verde speranza blog (www.verdesperanza.net)
[Ultima modifica all’articolo: 14 febbraio 2021, ore 21:53]
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