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La nostalgia tra esperienze vissute ed esperienze sperate

A volte mi capita di guardare le foto dei luoghi in cui ho vissuto e viaggiato, in particolare le foto di una città che mi è rimasta nel cuore e che ancora sento come un’esperienza sospesa. E nel rivederle provo una sensazione strana, una nostalgia strana… perché non è nostalgia del luogo in sé e per sé, non è neanche nostalgia dell’esperienza; può sembrare strano ma è nostalgia di qualcosa che non c’è mai stato, o che comunque non è mai stato possibile vivere con la completezza che desideravo.

Forse è nostalgia di un’idea, di un’aspettativa, di una speranza, nostalgia di qualcosa che non è accaduto, un po’ come dice A. Baricco nel suo libro Seta: “E’ uno strano dolore […]  morire di nostalgia per qualcosa che non vivrai mai”. Ecco, credo che lui intendesse dire più o meno ciò che provo anch’io.

Si fa presto a dire “non bisogna avere aspettative”; la verità è che quando si parte, quando si viaggia, si desidera sempre qualcosa anche se poi il senso profondo delle esperienze che facciamo può essere un altro. Ed è strano provare questo tipo di nostalgia, soprattutto se a distanza di tempo ti rendi conto che lasciare certi luoghi è stato benefico perché poi ti sono arrivate sorprese che mai avresti immaginato e capisci che in effetti sì, la tua vita non era lì. Eppure – anche se razionalmente lo sai – può esserci una parte di te che ancora accarezza quel mare, che ancora pensa a quelle risate e a quelle passeggiate al porto  con un pizzico di senso di ingiustizia, come se “non doveva andare così”.

Foto di Mattia Varga da Pixabay – Fontane a Chiavari (GE)

A volte penso che i luoghi restino impregnati anche dei nostri pensieri, dei pensieri di chi ci viaggia, di chi li investe con la propria speranza, e forse anche le foto che facciamo a certi paesaggi ci rimandano quel tipo di sentimento, un sentimento nostalgico, ambiguo e forse anche un po’ misterioso… come se tu eri lì a cercare qualcosa che esisteva – sì- ma nel passato, o forse nel futuro. Un’assenza, una distanza, che però tu percepisci ancora forte; perché alla fine sì, te ne fai una ragione, alla fine sì, accetti le cose ma spesso le accetti solo perché non hai altra scelta. Dentro di te però certe cose – forse –  non le accetti mai fino in fondo.

E una parte di te rischia di essere sempre lì: altrove. A guardare il mare.

FIORE DI BACH DI RIFERIMENTO: Honeysuckle (se si pensa troppo al passato, idealizzandolo, con il rischio di restarne intrappolati)

Autrice: dott.ssa Dhyana Cardarelli – Verde speranza blog (www.verdesperanza.net)

[Ultimo aggiornamento all’articolo: 11 luglio 2021]

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Tutte le foto presenti in questo sito sono state prese da Pixabay.

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DHYANA VERDE SPERANZA

Ciao, sono Dhyana e da piccola sognavo di cambiare il mondo ma tutti mi dicevano che non era possibile. Col passare del tempo ho capito che è vero: non è possibile, ma si può partire da se stessi, migliorarsi, crescere ed essere così di esempio - e di aiuto -anche agli altri.
In questo blog condivido con te quello che ho imparato, quello che ho vissuto e come io vedo il mondo!
Scrivimi a info@verdesperanza.net

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