capire se stessi e gli altri fiori di bach

Il coraggio di sentire le proprie emozioni (e il dolore)

Arriva un giorno in cui, vuoi o non vuoi, devi gettare la maschera.

Ci sono persone che indossano la maschera del giullare e che scherzano, ridono… e che sono socievoli anche quando non sarebbe il caso; e poi ci sono persone che indossano la maschera del forte e che si costringono a resistere, a lottare e a non cedere anche quando ciò sarebbe necessario.

Il comportamento di quest’ultima categoria è spesso alimentato dall’apprezzamento generale di chi sta intorno: “tranquillo/a ché tanto sei forte e ce la farai”. E invece queste persone forse è il caso che si lascino andare al grande dolore che sovente giace in fondo al loro cuore.

Un dolore che non si vuole contattare e che invece spesso purifica.

Foto di Jackson David, da Pixabay

Spesso non ci diamo il permesso di vivere il nostro dolore. Ricordo quando, in uno dei miei corsi universitari di antropologia, si parlava delle prèfiche, le donne pagate per piangere e per stimolare il pianto durante il funerale. Una cosa che oggi non si fa più. Ed è ridicolo come si tenda sempre a sminuire la saggezza popolare e le tradizioni di una volta, con l’arroganza che oggi si sappia – e si sappia fare – di più e meglio. I nostri antenati sapevano che in certe situazioni bisogna piangere, e piangere tutti insieme.

Oggi le emozioni sembrano essere diventate un tabù. In una società in cui tutto va di fretta, in cui devi subito tornare in pista ed essere efficiente, persino un lutto diventa una faccenda da elaborare il più velocemente possibile. E invece bisognerebbe dare alle cose la reale importanza che hanno e la società dovrebbe non solo rispettare il dolore ma anche darti la possibilità di viverlo: darti il tempo e il modo, così come facevano le prèfiche che – piangendo – stimolavano il pianto negli altri.

Perchè il dolore non vissuto diventa rabbia e la rabbia può diventare aggressività, violenza sia fisica che verbale.

Foto di Etienne Marais, da Pexels

Più passa il tempo più mi accorgo di quanto vengano sottovalutate le emozioni, talmente sottovalutate che quando le provi ti spaventi, non le capisci più.

“Piangi, è importante stare in contatto con la parte più profonda di noi” mi disse una volta una mia amica per telefono mentre piangevo disperatamente, scusandomi tra i singhiozzi per quella reazione così forte.

Penso spesso a quella frase e mi accorgo che in effetti oggi nessuno è più in contatto con se stesso, col proprio io profondo.

Ma per evolverci dobbiamo prima tornare.

Ed è proprio lì che dobbiamo tornare.

FIORI DI BACH DI RIFERIMENTO: Sweet chestnut (dolore profondo), Gentian (scoraggiamento, visione negativa), Agrimony (maschera).

Autrice: dott.ssa Dhyana Cardarelli – Verde speranza blog (www.verdesperanza.net)

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DHYANA VERDE SPERANZA

Ciao, sono Dhyana e da piccola sognavo di cambiare il mondo ma tutti mi dicevano che non era possibile. Col passare del tempo ho capito che è vero, non è possibile, ma si può partire da se stessi, migliorarsi, crescere ed essere così di esempio - e di aiuto -anche agli altri.
In questo blog condivido con te quello che ho imparato, quello che ho vissuto e come io vedo il mondo!
Scrivimi a info@verdesperanza.net

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