capire se stessi e gli altri fiori di bach

E tu, sei capace di amare te stesso/a?

Quello dell’amore per se stessi è un tema molto dibattuto.

Partiamo da un fatto noto: tutti ci dicono che bisogna amare gli altri ma nessuno ci insegna ad amare noi stessi, anzi sembra quasi che per farti amare dagli altri tu debba toglierti dell’amore.

“Fallo per me”, “fallo per la mamma” e intanto per guadagnare l’approvazione altrui te ne levi a te.

Ma lo scarso amore per se stessi non ha a che vedere solo con l’accontentare gli altri ma anche con il non concedersi delle cose belle, con il non darsi il permesso di essere ciò che si è.

Come scrivevo su uno dei miei gruppi facebook, secondo me amare se stessi significa innanzitutto accettarsi per quello che si è, con i propri punti di forza e le proprie debolezze, e proteggersi da ciò che può farci male. Questo non vuol dire evitare a tutti i costi il dolore, anche perchè esso è inevitabile e comunque spesso è anche necessario, però ho notato che tante volte ci arriva proprio per farci capire che non ci amiamo abbastanza.

Foto by Free-photos, da Pixabay

Spesso diciamo di amare gli altri e quindi, di conseguenza, vogliamo il meglio per loro, vogliamo che si realizzino, che siano felici ma siamo capaci di fare lo stesso per noi?

Di realizzarci noi?

Di desiderare il meglio per noi e ritenere di esserne all’altezza?

Certo, ci vuole anche una buona autostima e spesso è proprio lì il problema, ma ho la sensazione che a volte noi non ci guardiamo con occhi obiettivi.

Ma perché spesso non ci amiamo?

Beh, perché sostanzialmente non ci piacciamo, perché vorremmo essere diversi, ma vediamo cosa c’è sotto… cosa c’è sotto a quel non piacerci: secondo me c’è che non ci siamo sentiti amati da qualcuno a cui volevamo/vogliamo molto bene e quindi in un certo senso ci sentiamo non meritevoli di amore. Spesso dietro la mancanza di amor proprio c’è qualcuno a cui stiamo ancora cercando di dimostrare qualcosa. Ti risuona?

Foto da Free-photos, da Pixabay

Ricordo perfettamente la volta in cui, verso i 35 anni, feci un colloquio con un counselor dal quale mi sentii pienamente accettata, e non solo: mi sentivo pienamente sostenuta in tutti i miei progetti. Sembra strano eppure per me fu una sensazione incredibile, mai provata prima! Mi sono detta “è così che vorrei essere amata”, senza rendermi conto che non è che quello era un tipo particolare di amore, era proprio l’amore autentico, il rispetto autentico che si dovrebbe avere sia verso gli altri che verso se stessi: accettare qualcuno – ad accettarsi – per quello che (si) è, sostenerlo – e sostenersi – nelle sue (e proprie)  battaglie, senza volerlo cambiare.

Fu proprio la relazione con quel counselor a farmi capire che ancora non mi amavo abbastanza: nonostante il grande lavoro su me stessa c’era ancora qualcosa che non andava. Perché ci ero rimasta così male quando all’improvviso decisi di non andare più nel suo studio? Eppure lo avevo deciso io! Perchè poi ho ripreso ad attirare a me eventi che mi facevano soffrire? Perchè avevo ripreso ad autosabotarmi?

E’ che avevo capito cos’era l’amore sia per se stessi che per gli altri e dentro di me sapevo che non ero capace di fare altrettanto.

Foto da Pixabay

Ma finché quell’amore non impari a dartelo, la vita continuerà a prenderti a schiaffi, anche quando tu ti chiederai “mah…eppure io mi amo!” Magari lo pensi ma non lo senti.

Ora… considera una situazione che non riesci a gestire, pensa all’ultima volta che ti sei arrabbiato/a, pensa alla tua giornata e fai questo “zoom” per tutta l’ultima settimana che hai trascorso. Guardandoti dall’esterno diresti che quella persona – cioè tu – si ama?

Se la risposta è sì, va benissimo: vuol dire che sei sulla buona strada.

Se invece la risposta è no, forse bisognerebbe iniziare con l’accogliersi, con l’accettarsi pienamente: l’amore di sé altro non è che accoglimento ed accettazione! Ed  è difficile, lo so, accogliere, accettare e amare la propria debolezza, la propria fragilità,  il proprio corpo anche quando si è un po’ in sovrappeso (e forse è proprio lì che dovremmo amarlo di più), quando ci escono i primi capelli bianchi, quando le nostre scelte, le nostre vocazioni, non soddisfano le esigenze degli altri.

Foto by Pixabay

Ma è proprio lì che abbiamo bisogno della parte adulta di noi; bisogna proprio prenderci ed abbracciarci, abbracciarci forte e dirci: “Vai bene così come sei, ci sono io con te. Ti porto nel mio cuore e ti guido”.

FIORI DI BACH DI RIFERIMENTO: Larch (sensazione di valere poco), Pine (eventuale senso di colpa per cui non ci si dà il permesso), Crab apple (in caso di vergona legata alla fisicità, al proprio corpo).

Autrice: dott.ssa Dhyana Cardarelli – Verde speranza blog (www.verdesperanza.net)

 

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[Ultima modifica all’articolo: 11 luglio 2021]

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DHYANA VERDE SPERANZA

Ciao, sono Dhyana e da piccola sognavo di cambiare il mondo ma tutti mi dicevano che non era possibile. Col passare del tempo ho capito che è vero, non è possibile, ma si può partire da se stessi, migliorarsi, crescere ed essere così di esempio - e di aiuto -anche agli altri.
In questo blog condivido con te quello che ho imparato, quello che ho vissuto e come io vedo il mondo!
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