Premetto che ho iniziato da poco a studiare e ad assumere su di me i fiori australiani (che sono di due linee: quelli del Bush e quelli della Living essences), quindi in questa sede non esporrò troppe informazioni su di loro però vorrei fare alcune puntualizzazioni perché, leggendo qua e là, ho notato che quando si cerca di spiegare le differenze tra questo sistema e quello di Bach vengono dichiarate notizie false e depistanti riguardo la floriterapia inglese. Ma andiamo con ordine.
SOMIGLIANZE. Entrambi i sistemi mirano alla riarmonizzazione delle emozioni e di alcuni “difetti” caratteriali; in entrambi i casi le boccette si preparano con acqua, brandy ed essenza del fiore.
DIFFERENZE. A me sembra che la differenza sia principalmente di classificazione e di complessità psicologica. I fiori di Bach sono organizzati in base allo stato d’animo da trattare ma anche in base alla tipologia a cui appartiene l’individuo: in floriterapia inglese si guarda molto, moltissimo, la tipologia; questo è il motivo per cui i fiori di Bach sono stati studiati ed analizzati anche da psicologi e psicoterapeuti (non a caso esistono corsi, dove anche io ho studiato, di floriterapia psicodinamica e floriterapia archetipica). Ad es., Centaury non è solo un fiore di Bach: è una tipologia precisa di persona; questo è il motivo per cui il primo colloquio di floriterapia di Bach può durare anche a lungo: il terapeuta deve capire bene se ha di fronte un tipo Mimulus o Centaury, o se ha di fronte un Mimulus che fa finta di essere Water violet e così via. Nella floriterapia australiana mi sembra che questa complessità psicologica manchi e che i fiori siano classificati più che altro in base ai singoli disagi da trattare (“sintomo” —> fiore). Questo li rende, in un certo senso, molto specifici (e anche molto più numerosi!).
La differenza è anche, come già accennato, nel numero dei fiori (gli inglesi sono 38, gli australiani del Bush 69, gli australiani della linea Living essences sono 88) e nella modalità di assunzione: 4 gocce almeno x 4 volte al dì i fiori di Bach; 7 gocce x 2 volte al dì gli australiani del Bush; 1 goccia x 6 volte al giorno quelli della linea Living essences.
SI POSSONO ASSUMERE FIORI DI ENTRAMBI I SISTEMI IN UN’UNICA BOCCETTA? Alcuni lo sconsigliano, trattandosi di due sistemi diversi e con modalità di assunzione differenti ma di fatto sì, si possono anche mettere insieme. La frequenza delle assunzioni, a quel punto, ve la dirà lo specialista che vi ha suggerito il cocktail.
Andiamo ora a sfatare alcuni luoghi comuni.
“I fiori australiani trattano problematiche odierne; quelli di Bach trattano problematiche del secolo scorso.” Partiamo da un uso corretto del linguaggio: i fiori di Bach non è che trattano delle “problematiche”, essi sono nati per trattare in profondità le emozioni e il carattere (anche se si stanno usando sempre più spesso pure per problemi fisici), tutte le emozioni che un essere umano – o addirittura un animale o una pianta – può provare, in qualsiasi epoca e in qualsiasi parte del mondo. Il sistema inglese, per quello che gli compete, è – e sarà sempre – completo quindi è errato dire che gli australiani sono una “versione moderna” dei fiori di Bach. I fiori australiani, semmai, possono potenziare la floriterapia inglese (infatti io – attualmente – li uso in questo modo, cioè per potenziare il trattamento) ma chiariamoci: non è che sono una “evoluzione” di essa, sono un altro sistema.
“Sarebbe illogico pensare che i fiori di Bach siano gli unici che possiedono proprietà terapeutiche. […]
La mia opinione personale è che i sistemi posteriori a Bach non rappresentino l’evoluzione della floriterapia né un complemento della stessa. Sono altri sistemi, altre terapie. Generalmente, si possono tranquillamente combinare con i Fiori di Bach, così come si fa con altri metodi, come il reiki, la terapia Gestalt, la riflessologia ecc.
Anche se non accade sistematicamente, mi infastidisce soprattutto quando per promuovere un nuovo sistema si pretende, in maniera opportunistica, di screditare quello di Bach, dicendo che i suoi fiori erano adatti per altri tempi […].
Credo sia facile capire che le emozioni e i sentimenti umani non sono cambiati dall’epoca di Bach, e anche da molto prima di lui.”
-R. Orozco (Fiori di Bach. Strumenti e strategie terapeutiche, di R. Orozco e C. Hernàndez Rosety)
“I fiori australiani sono più veloci di quelli inglesi”. Che i fiori australiani funzionino e siano veloci secondo me è vero, tuttavia bisogna sapere a quale livello si sta lavorando, prima di parlare di velocità o lentezza. E soprattutto, la rapidità non sempre è sinonimo di un’efficacia durevole. La velocità di una terapia dipende infatti da diverse variabili: da cosa si sta trattando, da quanto è profondo il problema e da quante resistenze al cambiamento ha la persona. Cosa significa per te “veloce”? Inoltre, che tipo di consapevolezza vuoi raggiungere con la floriterapia? Vuoi usarli per crescere o solo per alleviare dei sintomi? Magari il sintomo ti passa velocemente ma, se non sei andato a vedere da dove ti veniva, ti tornerà fra un mese.
“I fiori australiani sono più dolci poiché, a differenza dei fiori di Bach, non portano la crisi di coscienza”. Che i fiori australiani non causino la crisi di coscienza non sono sicura; ad ogni modo questa “crisi” con i fiori di Bach non si verifica sempre e poi, anche quando si verifica, dura poco – sì e no un giorno – e si supera proprio grazie ai fiori (i quali, tra l’altro, non ti portano mai oltre il tuo livello di sopportazione)! E comunque se vuoi evolverti, la cosiddetta crisi è necessaria, anzi la devi ringraziare perché è tramite essa che arriva la consapevolezza.
“I fiori australiani funzionano meglio perché vengono da un terreno incontaminato”. I fiori di Bach hanno sempre funzionato molto bene.
CONCLUSIONI.
1) I fiori australiani, per i loro utilizzi specifici, sono a mio avviso davvero interessanti, in particolare trovo che le combinazioni (essenze combinate del Bush) siano una grande risorsa, quindi ben vengano tutti i sistemi floreali e le sinergie che si possono creare tra di loro, ognuno deve però sapere che tipo di consapevolezza vuole acquisire e a quale livello vuole lavorare prima di dire che un sistema è più – o meno – efficace di un altro;
2) la mia sensazione, per adesso, è che gli australiani possano essere assai utili per trattare situazioni altamente specifiche e per questo motivo ritengo che possano rappresentare un valido potenziamento dei fiori di Bach, i quali – se presi a lungo – danno ottimi risultati per mettere a punto trasformazioni radicali;
3) resto dell’idea che chi vuole fare un lavoro con i fiori, per lo meno con i fiori di Bach, deve essere consapevole di quanto voglia mettersi in gioco, altrimenti è meglio cambiare tipo di intervento.
IMPORTANTE. Non è consigliato l’uso delle essenze del Bush a chi non se ne sente attirato e/o a chi prova una certa antipatia verso il continente australiano.
Autrice: dott.ssa Dhyana Cardarelli– Verde speranza blog (www.verdesperanza.net)
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Per approfondimenti:
Beatrice Castelli (2017) Fiori di Bach vs Australiani vs Californiani
Maria Elisa Campanini (2014) Fiori di Bach e fiori australiani, compatibilità e sinergie
[Ultimo aggiornamento all’articolo: 21 febbraio 2022]
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Come si svolge un colloquio di floriterapia (consulenza fiori di Bach)